Il Laos, piccolo e misterioso paese del Sud-est asiatico, si affaccia ora al turismo e offre un’esperienza di viaggio autentica e genuina. Durante il nostro viaggio di tre mesi nel Sud-est asiatico, abbiamo avuto l’occasione di passare 20 giorni in questo paese, dopo aver visitato la vicina e molto più turistica Thailandia. In questo itinerario di viaggio, vi mostreremo cosa fare e cosa visitare durante un viaggio in Laos: abbiamo volutamente lasciato fuori alcune mete alquanto famose, come Vang Vieng o la capitale Vientiane, sia perché i tragitti in Laos impiegano un’infinità di tempo, sia perché volevamo dedicare un po’ più di tempo al nord del paese.
Se avete intenzione di andare in Laos, date un’occhiata ai nostri consigli utili per viaggiare in Laos.
DISTANZA | DURATA |
---|---|
Thailandia-Muang Xai | 6-7 ore |
Muang Xai-Nong Khiaw | 3 ore |
Nong Khiaw-Luang Prabang | 3 ore |
Luang Prabang-Phonsavan | 7 ore |
Phonsavan-Thakhek | 10:30 ore |
Thakhek-Pakse | 7 ore |
Pakse-Don Det | 2:30 ore + 10 min |
Don Det- frontiera con Cambogia | 10 min + 15 min |
Indice
Giorno 1: Arrivo in Laos, Muang Xai
Dopo aver attraversato la frontiera con la Thailandia, la maggior parte dei turisti prende dei bus o battelli già prenotati in anticipo per recarsi a Luang Prabang, una delle grandi città del Laos. Noi non volevamo però perdere l’occasione di visitare un po’ il nord e abbiamo quindi preso un tuk-tuk condiviso fino alla stazione dei bus più vicina (probabilmente Pak Lay). Ci vogliamo quantomeno avvicinare a Nong Khiaw, cittadina graziosa rinomata per i suoi bei paesaggi. Saliamo quindi su un bus VIP che ci porterà fino a Muang Xai, detta anche Udonxai, che si trova a circa 2-3 ore dalla nostra destinazione finale. Il bus ha delle cuccette fatte come veri e propri letti a castello. All’inizio la cosa ci diverte molto e facciamo un sacco di foto, ma la bellissima strada che costeggia il parco nazionale Nam Ha è piena di curve e un tragitto di 8 ore molto movimentato, mentre siamo sdraiati su un materasso duro rischiando di cadere di sotto a ogni curva, non è sicuramente il massimo.
Raggiungiamo Muang Xai verso le 18. Sin dal primo giorno di permanenza in Laos, notiamo che i lao amano cantare al karaoke a squarciagola con microfoni dal suono decisamente distorto.
Prezzo biglietto bus Pak Lay-Muang Xai: 120.000 kip (12,4€); durata tragitto Pak Lay-Muang Xai: 8 ore abbondanti.
Giorno 2-5: Nong Khiaw & homestay
Il minivan a 12 posti che ci porta a Nong Khiaw, dove ci stipiamo in 15, percorre sinuose stradine di montagna. Capiamo ben presto che i lao soffrono il mal d’auto e un passeggero dopo l’altro si mette a vomitare durante il tragitto. Una situazione alquanto problematica in cui trovarsi, ma dopo un po’ ci si abitua, una cosa che sicuramente non credevamo mai di dire nella nostra vita!
Arriviamo finalmente a Nong Khiaw, un piccolo villaggio polveroso diviso in due da un altissimo ponte sul fiume. Dall’altro lato del ponte, tanti piccoli hotel si affacciano sulla riva del fiume, circondati da splendide montagne verdeggianti.
Il piccolo villaggio di Nong Khiaw offre molte attività per turisti, come kayak o trekking fino al “viewing point”, che purtroppo non abbiamo avuto tempo di fare. Decidiamo di recarci all’agenzia Tiger Trail, raccomandata anche dalla nostra guida perché rispettosa dell’ambiente e della popolazione autoctona. Con altri ragazzi prenotiamo un home stay, una notte in un villaggio sul fiume, e il famoso trekking chiamato “100 waterfalls”, le 100 cascate. Il giorno seguente ci imbarchiamo su una lunga barca blu per raggiungere il villaggio dove soggiorneremo per una notte. I villaggi collocati sulla sponda del fiume sono più facilmente raggiungibili tramite barca, perché la strada deve attraversare le montagne.
Il villaggio è composto da un negozio appartenente alla famiglia del capo villaggio, un campo con una rete, una sala di riunioni e tante casette di bambù o di mattoni disseminate tra le strade polverose.
Una volta sistemate le nostre cose, un ragazzo del posto ci fa da guida per il primo trekking. Passiamo da campi aperti che il capo villaggio vorrebbe trasformare in risaie e poi cominciamo ad intravedere le prime cascate, che dobbiamo risalire fino alla cima della montagna. All’inizio cerchiamo di non bagnarci i piedi, ma capiamo ben presto che è inutile. Le cascate diventano sempre più ripide e nei punti più critici ci sono piccole buche per mettere i piedi o corde a cui tenersi. Arriviamo in cima abbastanza velocemente e ci facciamo una doccia rinfrescante in una bellissima cascata.
Dopo aver pranzato, torniamo al villaggio e un uomo ci porta a pescare sulla sua barca. La pesca consiste nel sistemare una rete, piena di buchi, a semicerchio e di dare poi delle botte forti con una canna di bambù per far spaventare i pesci e farli incastrare nella rete.
Dato che la nostra attività di pesca non è proficua, la guida ci porta con la barca ad un villaggio vicino dove la gente sta cantando al karaoke e festeggiando. Si tratta di un villaggio che, al contrario di quello dove soggiorniamo, non è abituato a vedere stranieri. I bambini ci seguono divertiti, quelli più piccoli ci guardano impauriti, le donne ci salutano e gli uomini, un po’ alticci dopo la festa, ci invitano a mangiare riso con carne di bufalo accompagnato da birra calda e Laolao, l’alcool di riso fatto in casa.
La mattina seguente, incoraggiati dalle grida entusiaste della gente del villaggio che li osserva dalla riva, gli uomini ed i ragazzi si allenano per la gara di barche tra villaggi, che si terrà la settimana seguente.
In mattinata camminiamo poi in mezzo alla giungla, fino a raggiungere una grotta ben nascosta dagli alberi. In questa grotta viveva la gente del villaggio per ripararsi dai bombardamenti durante le due guerre d’Indocina, come testimoniano i resti delle case ancora presenti. La grotta possiede cunicoli che continuano per vari km, ma non tutto è visitabile.
Si termina così il nostro homestay nel villaggio sul fiume e torniamo verso Nong Khiaw, dove ci rilassiamo per un giorno con un bel massaggio energico e tanto stretching. Consigliamo sicuramente di fare esperienze del genere, anche se il prezzo può sembrare un deterrente (rispetto al costo della vita nel paese), ma ci raccomandiamo di scegliere accuratamente le agenzie che organizzano questi homestay. Scegliete sempre agenzie rispettose degli abitanti dei villaggi e dell’ambiente; un buon modo per conoscerle meglio è cercare sulla vostra guida o su internet. Non scegliete un’agenzia se non avete nessuna informazione in merito.
Prezzo biglietto bus Pakmong - Nong Khiaw: 30.000 kip (3,10€); durata tragitto Pakmong - Nong Khiaw: 45 min circa.
Trekking & Homestay una notte con agenzia Tiger Trail: 450.000 kip (46,6€).
Giorni 6-7: Luang Prabang
Prendiamo un piccolo bus di prima mattina per raggiungere Luang Prabang, l’unica grande città del Laos che visiteremo. La Luang Prabang di oggi rispecchia in maniera evidente il suo passato di colonia francese, dall’architettura alla cucina. Dopo un mese di viaggio in Thailandia, il nostro corpo aveva assolutamente bisogno di mangiare del pane e ci rechiamo quindi a un panificio francese, dove ingurgitiamo un panino dal prezzo esorbitante, come se fosse la nouvelle cuisine più pregiata del mondo.
Luang Prabang è anche una città ricca di templi colorati; visitiamo il Wat Xieng Thong, composto da piccole cappelle cosparse di specchietti e pietre preziose che formano bei disegni. La cappella principale è ornata da magnifici motivi in oro e maestose colonne nere e rosse.
Saliamo poi a piedi al Wat Tham Phou Si, un tempio che domina la città da una collinetta e che, illuminato nella foschia della sera, sembra aleggiare sulla città. Ci fermiamo a visitare anche il Wat Mai Suwannaphumaham, un magnifico tempio rosso direttamente sulla via principale della città con bellissime decorazioni dorate.
Vediamo solo da fuori il Palazzo reale e il piccolo tempio adiacente, che contiene una piccola statua di Buddha dal nome di Prabang, che ha dato il nome alla città.
Visitiamo infine il centro informazioni UXO, un centro che illustra il problema delle bombe inesplose ancora presenti in Laos, che datano della guerra in Vietnam. Nella parte orientale del paese restano ancora innumerevoli bombe inesplose che causano ancora oggi morte e mutilazioni, nonostante sia stato messo in atto un lavoro di ricerca e pulizia del territorio.
All’alba a Luang Prabang si può assistere al rituale di elemosina dei monaci. I fedeli si siedono per le vie della città e i monaci passano in fila a raccogliere porzioni di cibo o bevande, che poi condividono a loro volta con i poveri della città. Purtroppo questo rito è diventato molto turistico e ci sono molti turisti irrispettosi che, nonostante tutti i cartelli informativi disposti nei templi della città (scritti in varie lingue) che indicano come comportarsi durante la cerimonia, non rispettano distanze dignitose dai monaci, chiacchierano a voce alta e prendono foto a distanza molto ravvicinata.
Infine, in centro a Luang Prabang si trova un piccolo mercato notturno perfetto per assaggiare molte specialità del Laos.
Prezzo tuk-tuk stazione nord Luang-Prabang - centro: 20.000 (2€).
Giorno 8: Cascate di Kuang Si
Con uno splendido motorino azzurro preso a noleggio in hotel, raggiungiamo in un’oretta il parco di Kuang Si, formato dalla zona delle cascate e da un centro di salvataggio degli orsi, da dove cominciamo la visita. Il centro si occupa di salvare gli orsi catturati per la loro bile, ospitati ora nel centro, in ampie zone del parco adibite con scivoli, amache e strutture per arrampicarsi.
Passiamo poi ad esplorare le cascate: tante piccole cascate collegano vasche di acqua cristallina, suddivise su vari livelli. Si può fare il bagno in queste piscine naturali: l’acqua è assolutamente gelata, ma superato il primo momento di shock, è molto piacevole. Seguendo contro corrente il corso delle cascate, arriviamo alla magnifica cascata principale del parco.
A fianco delle cascate principali, un piccolo sentiero nascosto risale la collina fino a raggiungere la vetta delle cascate. Piccoli ponticelli e scale di legno sono state costruite per facilitare il trekking, che sale dal lato sinistro della cascata per riscendere poi dal lato destro. Enormi alberi dalle maestose radici contorte sono presenti in tutto il parco con le relative etichette ad indicare i nomi delle specie.
Purtroppo non abbiamo tempo di visitare le grotte di Pak Ou, e quindi prendiamo un gelato al latte di bufala e torniamo a Luang Prabang.
Parcheggio Kuang Si: 2.000 kip (0,20€) (i commercianti dei negozi davanti al parcheggio vi chiederanno di pagare per lasciare il motorino davanti ai loro negozi).
Prezzo biglietto entrata parco cascate Kuang Si: 20.000 kip (2,1€); durata visita parco cascate Kuang Si: 4-5 ore (a seconda di quanto tempo restate a mollo!).
Giorni 9-10: Partenza per Phonsavan e Jar Site
Per un errore di comunicazione, perdiamo il bus di cui avevamo già i biglietti e li dobbiamo ricomprare per prendere un minivan che, insinuandosi tra le tortuose vie di montagna, in 7 ore raggiunge Phonsavan. Phonsavan è una piccola città polverosa formata da una via principale con dei negozi e una stazione dei bus che funge anche da mercato, dove vendono agli, cipolle, pesci stipati in secchi pieni d’acqua e dove le sarte cuciono in minuscoli negozietti. Qui vivono molti americani, che lavorano per la MAG (Mine Advisory Group) che si occupa di smantellare le mine ancora presenti sul territorio. Visitiamo il loro centro per capire come ripuliscono la zona dalle cosiddette UXO, le bombe inesplose. In realtà, ci siamo recati a Phonsavan per visitare i Jar Site, luoghi mistici simili a siti neolitici, ricoperti da enormi giare in pietra. Secondo una teoria spiegata nel museo a fianco del Jar Site 1, queste giare potevano essere usate come luogo di sepoltura nel 500 a.C. Ci sono vari siti visitabili sparsi per la periferia di Phonsavan; noi decidiamo di andare al numero 1, il più famoso e il più vicino alla città, al 2 e al 3 con l’aiuto di un motorino scassato noleggiato in città. Il sito più bello è sicuramente il numero 2, dove le giare sono situate in una pineta e la natura si è intrecciata col tempo con questi oggetti mistici. Il sito numero 1 è quello che ci è piaciuto di meno, ma la visita al museo è interessante ed utile per capire la natura di questo luogo misterioso.
Phonsavan è stata colpita duramente dai bombardamenti; i siti delle jar sono stati e sono tuttora zone sottoposte a sminamento ed è importante saper leggere i simboli MAG sui sentieri che indicano che un sito è stato sminato in modo superficiale o in modo profondo. I Jar Site sono comunque sicuri.
Parcheggio motorino Jar Site 1: 3.000 kip (0,3€).
Costo biglietto Jar Site 1 Phonsavan: 15.000 kip (1,55€); durata visita Jar Site 1: 1:30 circa (museo incluso).
Costo biglietto Jar Site 2 Phonsavan: 10.000 kip (1,05€); durata visita Jar Site 2: mezz’ora circa.
Costo biglietto Jar Site 3 Phonsavan: 10.000 kip (1,05€); durata visita Jar Site 3: mezz’ora circa.
Giorno 11: Partenza per Thakek
Ci spostiamo verso Thakek, da dove partiremo per un giro in motorino di tre giorni. Proprio in questi giorni il Laos festeggia il nuovo anno: ciò significa che tutti cominciano a bere molto presto, cantano al karaoke, si truccano con borotalco e rossetti e bagnano con secchiate d’acqua i passanti, le macchine, i motorini ed i bus. Questi festeggiamenti ci accompagneranno fino alla fine del nostro viaggio in Laos.
Giorni 12-15: Loop di Thakek
Thakek è il luogo di partenza e ritorno del cosiddetto Loop di Thakek, un giro percorribile in 3-4 giorni in motorino. Sulla strada ci si può fermare per visitare grotte o piscine naturali. Con il nostro motorino semi-automatico e un mini zainetto, partiamo quindi all’avventura. La strada asfaltata si trasforma a volte in ghiaino o terra battuta e ci sono alcune buche belle grosse, quindi state attenti!
Loop di Thakek - 1° Giorno
Dopo 30 minuti di viaggio, arriviamo alla prima fermata: la grotta di Xiangliab. Passeggiando cinque minuti in un boschetto, arriviamo all’entrata un po’ nascosta della grotta. Il fondo è ricoperto d’acqua e si può attraversare a piedi o a nuoto fino a raggiungere l’altra entrata dall’altro lato della montagna.
Dall’altro lato della strada si trova la grotta Tham Pha Inh, a cui si accede tramite una scala costruita di recente. Appena entrati, vediamo sulla sinistra una terrazza di roccia sospesa con un piccolo tempio sovrastante la grotta che scende verso il basso.
Ci avventuriamo verso il basso della grotta scendendo sulle rocce e arriviamo in fondo, dove in una “piscina” di acqua chiarissima si riflettono perfettamente le rocce grigie della grotta, formando un dipinto perfetto.
La nostra destinazione finale per questo primo giorno è Thalang, dove soggiorneremo alla Sabaidee Guesthouse, hotel preferito dai frequentatori del loop. Prima di arrivare a Thalang, però, passiamo per varie città, dove gruppetti di giovani ci bagnano con canne dell’acqua o direttamente con secchielli d’acqua per festeggiare l’anno nuovo. Parola d’ordine è: “Sabaidee Pimai”, buon anno! Poco prima di Thalang, ci imbattiamo in un paesaggio peculiare: tantissimi alberi morti ricoprono i letti dei fiumi o le vallate e creano uno scenario misterioso e un po’ tetro.
Alla Sabaidee Guesthouse ci sistemiamo in un meraviglioso bungalow di legno e festeggiamo con la gente del posto l’arrivo del nuovo anno con karaoke a volume altissimo e birra annacquata.
TOT KM 1° giorno: 122 km.
Loop di Thakek - 2° Giorno
Il secondo giorno vorremmo andare alle cool springs, una piscina naturale, dove tutti i lao vanno a fare festa. Nonostante i cartelli, ci perdiamo e finiamo in un campo deserto molto pittoresco.
Quando riusciamo finalmente ad arrivare alle cool springs, scopriamo che ci sono molte famiglie che festeggiano l’anno nuovo e facciamo il bagno tutti insieme. Tutti i lao fanno il bagno completamente vestiti, quindi se non vi sentite a vostro agio a mettervi in costume, potete tranquillamente buttarvi con tutti i vestiti addosso. Mentre i bambini nuotano, gli adulti sono seduti nel boschetto adiacente a bere beerlao, la birra del posto, e a mangiare quelle che pensiamo siano uova di quaglia. Al di fuori del parco, sul parcheggio, ci sono tantissime bancarelle che vendono cibo di tutti i tipi, come pesce grigliato e spiedini.
La strada segue le curve delle montagne e dona splendidi scorci sulle valli. La sera decidiamo di andare direttamente a Tham Kong Lor per poter vedere la famosa grotta attraversata da un fiume sotterraneo subito la mattina presto. Ci aspettano quindi molti chilometri fino al villaggio, nonostante il mal di sedere si faccia persistente, tanta polvere ci arrivi in faccia e tanti animali attraversino la strada all’ultimo minuto. Negli ultimi 30 chilometri, mentre il sole tramonta su un bellissimo ponte di legno dall’aria un po’ instabile, passiamo tra villaggi molto pittoreschi con casette su palafitte e osserviamo la vita quotidiana della gente del posto che si appresta a prepararsi per la notte, con delle magnifiche montagne sullo sfondo.
TOT KM 2° GIORNO: 153 km.
Loop di Thakek - 3° Giorno
Grotte di Tham Kong Lor
La mattina verso le 5:30 viene giù un diluvio torrenziale. Avevamo letto che la visita in barca a Tham Kong Lor, una grotta attraversata da un fiume che si estende per 7,5 km sotto un’enorme montagna di calcare, dipendeva dal livello dell’acqua; nel caso fosse stata troppo bassa o troppo alta la visita in barca avrebbe potuto saltare. Ci rechiamo verso le 7:50 all’entrata del parco, che apre alle 8, per vedere se ci sarà la visita e per evitare le folle. Forse per il tempo non ideale o anche per un pizzico di fortuna, siamo i primi visitatori della giornata e per ben più di metà della visita siamo da soli nella grotta. Al botteghino ci danno dietro cauzione delle torce da testa, delle ciabatte e dei giubbotti salvagente e poi ci rechiamo all’entrata della grotta, dove ci imbarchiamo su un barchetta blu.
La visita prevede di attraversare la grotta in barca completamente al buio, illuminati dalla torce da testa che ci hanno prestato. Un silenzio religioso è interrotto solo dal rumore del motore che spinge la barca attraverso la grotta; passiamo da zone alte 10 metri a zone alte solo un metro alla cosiddetta cattedrale, un maestoso tunnel alto 50 metri circa. Tutto intorno ci sono stalattiti, stalagmiti, rocce e buche, piccole spiagge e piccole zone secche da dove ci aspettiamo che spunti qualcuno da un momento all’altro. Ad un certo punto della visita, è stato adibito un percorso a piedi intorno a enormi spuntoni di roccia colorata che di solito sono illuminati, ma nel caso nostro, era tutto buio e abbiamo esplorato all’avventura con le nostre torce. Risaliti in barca, usciamo dall’entrata posteriore della grotta e ci fermiamo ad un villaggio vicino immerso nel verde e poi ripercorriamo semplicemente la stessa strada all’indietro. Sulla strada di ritorno, incontriamo un altro paio di barche che stanno cominciando la visita, ma il sito non è decisamente affollato in quel momento. Siamo stati molto fortunati ad avere potuto fare la visita alle grotte da soli in un’atmosfera decisamente magica.
Il loop prevedrebbe un ultimo giorno di guida in una strada molto più trafficata, da dove passano anche gli autobus, per raggiungere Thakek. Dato che però non ci sentiamo sicuri a guidare col motorino su questa strada (i conducenti di bus hanno una guida molto sportiva), decidiamo di rifare il percorso inverso del loop, dormendo nuovamente una notte alla Sabaidee Guesthouse, per poi raggiungere Thakek solo il giorno seguente. In questo modo ripercorriamo le bellissime strade di montagna, i paesini con la luce del mattino e le pianure aride che caratterizzano la zona. Nonostante dopo la pioggia faccia freddo, la gente del posto si ostina a bagnarci per festeggiare l’anno nuovo, ma, mentre prima ci fermavamo volentieri per combattere il caldo afoso, ora cerchiamo a tutti i costi di evitarli per non prendere il raffreddore.
TOT KM 3° GIORNO: 149 km.
Loop di Thakek - 4° Giorno
Dopo l’ultima notte alla Sabaidee Guesthouse, torniamo a Thakek, dove rendiamo il motorino e siamo contenti di far riposare il didietro, decisamente provato dopo 4 giorni di motorino non-stop.
TOT KM 4° GIORNO: 107 km.
TOT KM LOOP DI THAKEK: 531 km.
Verso mezzogiorno prendiamo un bus affollatissimo che ci porta a Pakse.
Costo benzina Loop Thakek: 95.000 kip (9,75€).
Costo biglietto Cool Springs Thakek: 4.500 kip (0,45€) + 2.000 kip (0,2€) parcheggio.
Costo biglietto grotte Tham Kong Lor: 65.000 kip (6,7€); durata visita grotte Tham Kong Lor: 1:30 circa.
Costo biglietto bus Thakek-Pakse: 60.000 kip (6,17€); durata viaggio Thakek-Pakse: 7 ore.
Tuk-tuk fermata bus-centro Pakse: 20.000 kip (2,05€).
Giorni 16-19: L’isola di Don Det e le 4.000 isole (Si Phan Don)
Abbandoniamo l’idea di andare a visitare il sito archeologico di Wat Phu, perché dovremmo prendere un bus, un tuk-tuk e una barca per arrivarci. Tramite l’aiuto di un ragazzo belga proprietario dell’agenzia Miss Noy, ci procuriamo i biglietti del bus e della barca per raggiungere l’isola di Don Det, l’isola più famosa delle Si Phan Don, dette anche 4.000 isole. Le Si Phan Don sono composte da isole, isolotti (e anche ciuffi di erba) disseminati in questo particolare tratto del fiume Mekong che scorre in Laos. Don Det e l’isola gemella di Don Khong sono sicuramente le isole più visitate.
La vita scorre tranquilla a Don Det, piccola isola con molti alberghi e ristoranti carini e mille amache con vista sulle 4.000 isole. Anche se il “centro della città” è più frequentato, basta allontanarsi leggermente per riacquistare la calma. Noleggiamo una bici con freni molto scassati per raggiungere l’isola di Don Khon, passando da sentieri polverosi e da risaie che aspettano speranzose la stagione delle piogge.
Cascate di Tat Somphamit
Le rapide di Tat Somphamit scendono con fragore, scagliandosi con violenza sugli scogli fino a ritrovare la loro tranquillità nel corso principale del fiume in fondo alla discesa. Ci sono molti punti panoramici da cui osservarle, una piscine con zip line e amache e anche una piccola spiaggia.
Terminiamo la giornata in bellezza in una delle spiagge di Don Det, dove facciamo un bel bagno al tramonto.
Rapide di Khong Pa Soi
Il giorno seguente torniamo a Don Khong con le bici, passando da una strada che costeggia il fiume con meravigliose palme. Il sentiero ad un certo punto diventa molto ciottoloso e dobbiamo trascinare le bici fino all’entrata delle cascate, vicino ad un ristorante. Le rapide di Khong Pa Soi sono più piccole di quelle di Tat Somphamit, ma un bel ponte sospeso dona una bella vista sul fiume. Nel parco ci sono anche un paio di sentieri per ammirare le rapide da più vicino.
Costo noleggio bici Don Det: 2.000 kip (0,20€)/giorno.
Prezzo biglietto cascate Tat Somphamit: 35.000 kip (3,6€); durata visita Tat Somphamit: 4 ore circa.
Prezzo biglietto cascate Khon Pa Soi: GRATIS; durata visita cascate Khon Pa Soi: 2 ore circa.
Giorno 20: Partenza per la Cambogia
Passiamo delle ore a cercare il miglior modo per passare la frontiera con la Cambogia senza spendere un capitale. Vogliamo evitare di prendere i bus organizzati dalle agenzie di Don Det, perché sappiamo che i prezzi sono più cari. Alla fine decidiamo di prendere un bus locale che ci porterebbe fino alla frontiera e poi, una volta in Cambogia, un bus verso Kratie. Seguendo il nostro piano, prendiamo la barca fino alla terra ferma, e anche se cominciamo ad imbarcare pericolosamente acqua, riusciamo ad arrivare sani e salvi al porto di Nakasong. Camminiamo poi cinque minuti circa per raggiungere la stazione dei bus. Il bus locale che volevamo prendere per la frontiera ha aumentato vertiginosamente di prezzo rispetto a quello che abbiamo visto su internet (circa 8 volte superiore); nessun tuk-tuk ci vuole portare alla frontiera, perché si sono messi d’accordo con quelli della stazione. Insomma, alla fine ci accompagna un locale con la sua macchina, chiaramente dietro compenso. In fin dei conti, abbiamo risparmiato, ma la differenza di prezzo con i viaggi organizzati non è stata enorme, senza contare lo stress. Questo passaggio alla frontiera è stato un po’ confuso e caotico, ma alla fine siamo riusciti ad entrare in Cambogia!
Arrivederci Laos!
Top e flop Laos
Top Laos | Flop Laos |
---|---|
Home stay nel villaggio presso Nong Khiaw e trekking nelle cascate | Il popolo Lao non è stato purtroppo ancora sensibilizzato all’uso della plastica e a dove gettarla |
Loop di Thakek | Alcune zone boschive stavano bruciando per far spazio alle coltivazioni.* |
Cascate di Kuang Si, Luang Prabang | I turisti non sono rispettosi del rito dell’elemosina dei monaci a Luang Prabang |
Autenticità del paese e del popolo | |
La passione dei Lao per il karaoke |
Grazie ragazzi!!!!! Super racconto!
Grazie! Speriamo ti possa essere utile! 🙂