Dopo il nostro breve stop a Phuket, partiamo di buon mattino su un traghetto un po’ scassato in direzione di Koh Yao Yai. Koh Yao Yai è una grande isola a largo di Phuket, ubicata proprio vicino alla sua sorella Koh Yao Noi (“Yai” significa grande e “Noi” piccolo in thailandese). Durante il nostro viaggio nel sud della Thailandia, non volevamo visitare un’isola troppo turistica per evitare la calca. Dopo una chiacchierata con i proprietari dell’ostello dove alloggiavamo a Phuket, abbiamo scelto proprio quest’isola.
Per prima cosa, vediamo dove si trova.
Ecco la mappa del nostro itinerario di 3 giorni a Koh Yao Yai
Prima di entrare nei dettagli, ecco un breve video che abbiamo fatto dei nostri 3 giorni a Koh Yao Yai!
Indice
Spostarsi da Phuket a Koh Yao Yai
Dopo circa 30 minuti di traghetto, sbarchiamo su un minuscolo porto deserto nel mezzo del nulla. Come scopriremo più tardi, siamo sbarcati nel lato sud dell’isola, in un porto molto meno trafficato rispetto al porto principale a nord, da dove saremo poi in direzione di Krabi.
Ci ritroviamo quindi nel bel mezzo di questo porticciolo dove non ci sono negozi per affittare motorini, né ristoranti, né hotel… solo pescatori. Un uomo su una jeep nera offre di portarci al nostro hotel, ma vuole ben 400 baht (circa 10€). Dato che quella stessa mattina, a Phuket, un taxi di 10 minuti ci aveva spillato ben 300 baht, decidiamo di potercela fare anche da soli, “tanto non è molto lontano”. In realtà, girato l’angolo, ci fermiamo un attimo per controllare su Google Maps e scopriamo che il nostro hotel dista ben 12 km da dove ci troviamo. Bene, ormai il male è fatto e non possiamo certamente tornare indietro. Ci incamminiamo quindi sotto il sole cocente di mezzogiorno seguendo la strada principale dell’isola; dietro di noi la jeep nera ci segue lenta come un avvoltoio segue la sua preda morente. Dopo circa 10 minuti di cammino, l’autista, un po’ per pietà, un po’ per premiare la nostra tenacia, abbassa il prezzo a 300 baht e a questo punto saliamo in auto, fieri della nostra testardaggine.
Arriviamo finalmente al nostro hotel, composto da bungalow molto carini vicini ad una piccola spiaggetta. Dato che siamo nel bel mezzo del niente, dobbiamo noleggiare un paio di motorini direttamente all’hotel, anche se il prezzo è un po’ caro. In ogni caso, noleggiare un motorino è il metodo più efficace (e forse l’unico) per esplorare l’isola di Koh Yao Yai liberamente.
Spiagge di Koh Yao Yai
Armati del nostro potente mezzo di trasporto, partiamo alla ricerca delle spiagge più belle dell’isola di Koh Yao Yai. Cominciamo con la spiaggia di Ao Muang Phang Nga. Per arrivarci abbandoniamo la strada asfaltata e ci immergiamo nella giungla, imboccando una piccola strada piena di sabbia dove il nostro motorino si incastra varie volte.
La spiaggia è deserta; s’intravede solo una coppia da lontano. Regna la calma più assoluta e ci rilassiamo su un pezzetto di spiaggia bianca tra qualche ramo secco caduto dalla giungla limitrofa. Giunto il momento di fare il bagno, ci accorgiamo che la marea è bassissima e che il fondale roccioso è completamente emerso.
Risaliamo quindi in sella ai nostri bolidi e ripartiamo verso nord, dove ci fermiamo alla spiaggia Loh Jark Bay. A prima vista questa spiaggia non è sicuramente idilliaca come la precedente; si trova vicino al resort Glow Elixir e c’è un molo con delle barche attraccate proprio davanti. La spiaggia però è molto lunga e camminando un po’ di più ci allontaniamo dal porticciolo e dalle barche dell’hotel. L’acqua è calda, nonostante fuori tiri una brezza fresca. Concludiamo così la nostra giornata con un bel tramonto sulla spiaggia.
Il giorno seguente, ripartiamo subito a caccia delle spiagge più belle dell’isola di Koh Yao Yai. La spiaggia più famosa è sicuramente Laem Had Beach, sulla punta settentrionale di Koh Yao Yai, a fianco dell’isola sorella di Koh Yao Noi.
Con la marea bassa una lingua di sabbia emerge dal mare tra l’isola di Koh Yao Yai e l’isola sorella di Koh Yao Noi. Si può quasi raggiungere l’altra isola a piedi, facendo una piccola passeggiata sulla spiaggia o nell’acqua bassa.
Volendo assistere a questo fenomeno naturale, andiamo alla spiaggia proprio nel momento di marea bassa. Quello che non avevamo preso in considerazione è che, chiaramente, la marea bassa fa riemergere quei fondali che abitualmente stanno sotto’acqua. Mentre camminiamo tranquillamente sulla lingua di sabbia e ci guardiamo attorno meravigliati da cotanta bellezza, ci accorgiamo che la spiaggia è completamente ricoperta di piccoli granchietti che, sgambettando in preda al panico per evitare di farsi pestare, si rintanavano in piccoli buchetti fatti nella sabbia. Saltelliamo letteralmente fino alla spiaggia sulla terraferma per evitare di pestarli, dove sia noi che i granchi siamo al sicuro.
L’ultima spiaggia dell’isola di Koh Yao Yai che visitiamo, e forse la nostra preferita, è Khlong Son Beach, anche chiamata Son Bay Beach, nel lato nord ovest dell’isola. Per arrivarci prendiamo una strada completamente immersa nella giungla. Appena entrati in questo tunnel verde - alberi da una parte e ancora alberi dall’altra, ci assale un’onda di aria fresca e ci ritroviamo improvvisamente in una foresta animata dai piccoli rumori della natura. Scorgiamo anche un serpente che attraversa la strada in velocità per non essere investito. La spiaggia si trova proprio al limite della giungla: sabbia bianco-gialla da una parte e alberi verde smeraldo dall’altra.
Un uomo dall’aria sorniona si dondola su un’amaca e ci chiede se vogliamo comprare delle noci di cocco o della marijuana (un accostamento di prodotti per lo più interessante). Ci sediamo all’ombra degli alberi; si sente solo il rumore del mare e il cinguettio degli uccelli nella giungla. Pace assoluta.
Dato che c’è sempre bassa marea, bisogna camminare per un bel po’ per fare il bagno e l’acqua, caldissima, arriva comunque solo fino al ginocchio. Di ritorno verso l’hotel, ci fermiamo in un punto panoramico, dove si scorgono tanti scogli-isole che emergono dal mare e che si lasciano inghiottire dalla foschia del tramonto.
Il villaggio dei pescatori o Fishermen’s village
Il nostro ultimo giorno sull’isola inizia con una bella gita nel villaggio dei pescatori (o Fishermen’s village per gli anglofoni) che consiste in tante casette di legno costruite direttamente sul mare. Parcheggiamo i motorini su un lato della strada e passeggiamo allegramente per la strada del villaggio tra gli sguardi divertiti dei presenti. Il villaggio include un piccolo molo dove sono ormeggiate tante barchette di legno, dette long tail; un tessuto colorato oppure delle collane di fiori sono fissati come simbolo di buon auspicio sulle caratteristiche prue a punta delle famose barche long tail thailandesi.
Dal molo si gode di una bella vista sulle casette di legno fatte a palafitte, con l’entrata sulla strada e l’altro lato sorretto da pali conficcati direttamente nel mare.
Le reti dei pescatori, stese sui lati delle case, si asciugano al caldo sole mattutino, mentre un gatto sonnecchia su una panchina piena di salvagenti e di piccole boe rosse.
Tutto nel villaggio dei pescatori ricorda la pesca, il metodo di sostentamento dei suoi abitanti; le case sono piene di oggetti nautici sparsi un po’ ovunque. Qui regna un ritmo di vita calmo dettato dai tempi della natura.
Ristoranti di Koh Yao Yai
Tocchiamo infine un argomento molto importante: il cibo. Nonostante Koh Yao Yai non sia un’isola molto turistica, noleggiare un motorino vi permetterà di scovare piccoli ristorantini deliziosi. Una volta siamo capitati da una signora veramente simpatica che gestisce un ristorantino dall’insegna verde (tutto è scritto in thailandese, quindi ci scuserete se non ci ricordiamo il nome!), che offre un unico piatto: la zuppa di pollo, un misto tra brodo, verdure, noodle e pezzi di pollo da gustare con tanta salsa piccante. La signora ci ha fatto addirittura una foto per ricordare quel giorno in cui ben 3 stranieri hanno mangiato nel suo ristorantino.
Un’altra volta siamo finiti in un ristorante gestito da due donne giovani che preparano tutti i piatti in un’unica padella, una cosa che capita spesso qua. Ma il nostro ristorante preferito è senza dubbio quello vicino al porto, a nord dell’isola di Koh Yao Yai. Una coppia gentilissima ha allestito dei piccoli baldacchini in bambù e prepara un pad thai favoloso, il migliore di tutto il nostro viaggio in Thailandia, che può essere accompagnato con uno smoothie di frutta fenomenale (abbiamo testato e approvato mango e ananas). Il giorno della nostra partenza per Krabi, dato che eravamo clienti fedeli (già, dopo 2 volte siamo già diventati clienti fedeli) il proprietario ci ha accompagnato al porto (500m più in giù) col suo motorino e il suo piccolo sidecar e non ha accettato nessuna mancia, anche se noi insistevamo.
Visitare Koh Yao Yai: sì o no?
In definitiva, ci è piaciuta Koh Yao Yai? Sì per la giungla, le persone, il suo lato selvaggio; un po’ meno per la bassa marea che ci ha impedito di fare un vero bagno. Detto questo, in quanto isola non ancora totalmente sviluppata dal punto di vista turistico, ci sono dei pro e contro da prendere in considerazione prima di visitarla.
Tra i pro, per delle persone non proprio amanti delle folle come noi, sicuramente le spiagge deserte e la calma, la possibilità di esplorare un’isola con delle grandi parti di giungla intatta e la genuinità delle persone, incuriosite nel vedere uno straniero.
Tra i contro, sicuramente il fatto che ci siano molti cantieri aperti dove sorgeranno a breve dei nuovi hotel ed il prezzo dei servizi, come hotel e taxi, più caro rispetto alle altre isole.
Per concludere, questa isola ci è piaciuta molto e, nella speranza che il turismo eccessivo non stravolga completamente la sua vita e il suo ecosistema, com’è successo nel caso di altre isole thailandesi, vi invitiamo a visitarla, sempre nel rispetto della natura e del suo fragile ecosistema, così come degli abitanti.